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A cura della Società Italiana di Parodontologia ed Implantologia


Si possono ammalare di malattia parodontale coloro che non osservano una buona pulizia dei denti e che presentano una predisposizione individuale alla malattia.
Altri fattori, quali il fumo e il diabete, possono favorire tale malattia.

Parodontite

Il fattore di rischio può essere sia un aspetto del comportamento dell’individuo, sia una caratteristica intrinseca del soggetto o genetica, sia un’esposizione ambientale o stile di vita. Vengono definiti fattori di rischio reali tutte le esposizioni direttamente correlate con l’insorgenza della malattia. I fattori di rischio reali sono rappresentati da condizioni patologiche o abitudini estremamente diffuse nella popolazione quali:

  • fumo di tabacco
  • diabete mellito
  • genotipo 1 dell’interleuchina 1 (potente mediatore della cascata infiammatoria)
  • modificazioni ormonali.

La plausibilità biologica di un’associazione fra fumo di tabacco e malattia parodontale si è fondata sui potenziali effetti di diverse sostanze collegate al fumo, come la nicotina, il monossido di carbonio e il cianuro di idrogeno. Il fumo, infatti, può influire sulla vascolarizzazione, sul sistema immunitario cellulare ed umorale, su quello infiammatorio, ed esercitare effetti attraverso la rete di citochine e molecole di adesione. Studi hanno dimostrato che nei fumatori i siti superficiali sono colonizzati da livelli maggiori di patogeni parodontali come Porphyromonas gingivalis.

Il diabete mellito rappresenta una malattia complessa che interessa quasi tutti gli organi ed apparati tra cui il cavo orale: tali complicanze sono dipendenti anche dal grado di controllo metabolico (diabete compensato o scompensato.

La parodontite si sviluppa nel 10-15% della popolazione in forma distruttiva: un contributo alla suscettibilità e alla gravità di tale patologia è dato dai geni modificatori di malattia.
Vi sono studi che dimostrano come l‘Interleuchina 1 e il TNF (tumor necrosis factor) svolgano un ruo
lo importante nella patogenesi della parodontite: essi infatti sono potenti mediatori immunologici con proprietà proinfiammatorie e la loro presenza nel fluido crevicolare (del solco gengivale), che aumenta notevolmente nei soggetti con parodontite, scatena di fatto il riassorbimento osseo. In particolare esistono degli alleli (forme alternative di uno stesso gene) specifici, quali il genotipo 1 dell’IL 1, che rappresentano potenziali marcatori genici della malattia parodontale.

cambiamenti ormonali a cui vanno incontro le donne in condizioni fisiologiche (pubertà, mestruazioni, gravidanza, menopausa) portano a variazioni significative nella gengiva, e più in generale in tutto il parodonto, rappresentando la gengiva un tessuto bersaglio per l’azione degli ormoni steroidei.